OnlyFans e la nuova sessualità: implicazioni psicologiche e rischi del digitale

Negli ultimi anni, OnlyFans è emerso come un fenomeno socio-culturale che sta ridefinendo il rapporto tra sessualità, economia digitale e identità personale. Concepito inizialmente come una piattaforma per contenuti esclusivi su abbonamento, il sito si è rapidamente trasformato nel principale punto di riferimento per la creazione e la vendita di contenuti per adulti, alterando significativamente le dinamiche del desiderio, della gratificazione e della percezione del corpo e dell’intimità. Dal punto di vista psicologico, OnlyFans incarna un’evoluzione del modello di consumo della sessualità, portando con sé una serie di rischi e implicazioni che vanno ben oltre la semplice fruizione di contenuti erotici. In che modo questa piattaforma sta influenzando la percezione della sessualità, delle relazioni interpersonali e della costruzione dell’identità? Quali potrebbero essere le possibili conseguenze psicologiche per creatori e fruitori?

La sessualità è sempre stata un’area soggetta a regolamentazione sociale, culturale ed economica. Con OnlyFans, assistiamo a una svolta epocale: la mercificazione diretta della sessualità non è più relegata a contesti fisici o a prodotti preconfezionati (pornografia tradizionale), ma si trasforma in un’esperienza personalizzabile e interattiva. Questa dinamica cambia il modo in cui il desiderio viene costruito e soddisfatto. La possibilità di richiedere contenuti su misura, di comunicare direttamente con il creatore e di ottenere un’illusione di intimità con la persona dall’altra parte dello schermo crea una forma di gratificazione che si avvicina più alla relazione che alla semplice fruizione di materiale pornografico. Come scrive Zygmunt Bauman in Amore liquido, “l’amore e il desiderio, una volta vincolati a un tessuto sociale di norme e rituali, oggi sono sempre più sottoposti alle logiche del mercato e del consumo”. OnlyFans esemplifica perfettamente questa trasformazione, in cui la sessualità diventa un servizio su richiesta, modellato sulle esigenze del cliente.

Molti studi evidenziano come il successo di OnlyFans sia in parte dovuto al desiderio di connessione e autenticità. Rispetto alla pornografia mainstream, spesso percepita come fittizia e distante, OnlyFans offre un accesso più “vero” e personalizzato ai contenuti erotici. Tuttavia, questa apparente autenticità è in realtà mediata da dinamiche economiche e commerciali che rischiano di ridefinire la sessualità in termini puramente transazionali. L’industria digitale sta trasformando sempre più le emozioni in merci, e OnlyFans rappresenta un’estensione di questo fenomeno nel dominio della sessualità. Gli utenti pagano non solo per vedere il corpo di qualcuno, ma per avere l’illusione di un rapporto unico con esso.

Per chi lavora su OnlyFans, la distinzione tra la propria identità e la persona che si mette in scena diventa spesso sfumata: il creatore di contenuti diventa un attore che interpreta una versione erotizzata di sé stesso per il pubblico, adattando la propria immagine ai desideri degli utenti. Se da un lato questa dinamica può dare un senso di empowerment e controllo sulla propria sessualità, dall’altro può portare a una crescente dissonanza tra la propria immagine autentica e quella pubblica. Come sottolinea Jean Baudrillard, “nel mondo iperreale, il confine tra realtà e simulazione si dissolve”. Ciò significa che per molti creatori, la loro immagine sessualizzata può finire per sostituire la loro identità, con il rischio di un’auto-oggettivazione costante, oltre al fatto che, come alcuni studi suggeriscono, il coinvolgimento nella creazione di contenuti sessuali può portare a un aumento del disagio psicologico e dell’ansia sociale.

Per gli utenti, OnlyFans può diventare una fonte di gratificazione immediata che modifica il modo in cui la sessualità viene vissuta e ricercata. Rispetto alla pornografia tradizionale, il consumo su OnlyFans è più interattivo e personalizzato, creando un rischio maggiore di sviluppare una dipendenza, la sindrome del piacere mancato o un disturbo ossessivo-compulsivo da cybersex. Secondo Sherry Turkle, “Internet ci illude di essere più connessi, quando in realtà ci sta rendendo più soli”. In questo senso, OnlyFans può accentuare il senso di isolamento, portando gli utenti a investire più nella relazione virtuale che in quelle reali.

L’approccio strategico, come insegnato da Giorgio Nardone, offre valide soluzioni per affrontare questi problemi legati al sesso online. In questi casi, ci poniamo l’obiettivo di riportare la sessualità alla sua dimensione naturale, intervenendo per sbloccare il problema nel modo più rapido ed efficace possibile. L’approccio strategico parte dal presupposto che la problematica debba essere affrontata nel qui e ora, concentrandosi sui processi che ne favoriscono la persistenza ed a tal fine vengono prescritte specifiche strategie mirate a bloccare le tentate soluzioni che alimentano questo problema tanto invalidante nella vita personale quanto in quella sociale. Come scrive Foucault, “la sessualità è una costruzione sociale”. OnlyFans rappresenta una nuova narrazione sulla sessualità, che dobbiamo analizzare criticamente per comprenderne il vero impatto e poter aiutare a tornare alla natura coloro che si trovano intrappolati in questo nuovo paradigma del digital sex.

JG

Articolo pubblicato su SienaNews

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